Tipi di cuffie: guida alla scelta fra le tante tipologie esistenti
Forse in pochi lo sanno ma sono passati più di 100 anni dalla nascita nel 1910 delle prime cuffie ad opera di Nathaniel Baldwin (qui è possibile vedere uno dei primi modelli di cuffie da lui inventato).
Oggi c’è davvero da perdersi fra la moltitudine di tipologie di cuffie esistenti tanto che la scelta puù diventare davvero diffiicile. Il modo migliore per capire quale tipo di cuffia scegliere è quello di analizzare le nostre abitudini ed esigenze quotidiane.
Una cosa è insomma ascoltare della musica mentre si fa jogging ed una cosa è sbobinare un nastro registrato durante una lezione universitaria. Ecco allora qualche suggerimento utile per i vostri prossimi acquisti.
Tipologie di cuffie
Sono diversi i criteri di catalogazione applicabili al mondo delle cuffie: possiamo tener conto infatti della forma, del cosiddetto carico acustico oppure ancora della tecnologia costruttiva dell’apparecchio.
Immaginando di voler adottare il primo parametro di distinzione, parleremo di
- cuffie circumaurali
- cuffiesovraurali
- auricolari.
Nel secondo caso invece distingueremo tra
- cuffie aperte
- cuffie chiuse
- cuffie semiaperte.
Volendo basarsi poi sulla tecnologia costruttiva, potremo individuare modelli dinamici o elettrostatici.
Nuovi tipi di cuffie
Su mercato ci sono nuove tipologie di prodotti, dalle cuffie wireless alle cuffie gaming, dagli auricolari a molletta alle behind the neck, passando dalle cuffie antirumore (sul sito Audionthego.it potrete avere a tal riguardo parecchi chiarimenti) o ai prodotti destinati a chi usa occhiali da vista. Insomma: non avrete che l’imbarazzo della scelta.
Nei prossimi paragrafi definiremo meglio ciascuna delle suddette categorie. Sappiate comunque che non ci soffermeremo ad analizzare le differenze esistenti tra cuffie dinamiche ed elettrostatiche: entreremmo troppo nel settoriale. Vi basti sapere a tal proposito che la stragrande maggioranza degli articoli in commercio appartiene alla famiglia delle cuffie dinamiche.
Cuffie circumaurali
Iniziamo dalle cuffie circumaurali. Esse coprono tutto l’orecchio isolandolo completamente dal mondo esterno. Contribuisce a tale scopo un’imbottitura parecchio pronunciata.
Si tratta in genere di prodotti discretamente ingombranti e non proprio adatti al trasporto. In compenso però la qualità audio garantita è sempre di altissimo livello. Ciò non solo per via della purezza del suono, ma anche della capacità del prodotto di assicurare una percezione uditiva molto realistica in cui è possibile distinguere persino la profondità degli input sonori. Queste cuffie, spesso parecchio costose, necessitano anche di amplificazione.
Cuffie sovraurali
Le cuffie sovraurali, un po’ come le circumaurali, poggiano direttamente sul padiglione auricolare. Stavolta però non coprono del tutto l’orecchio: hanno infatti un design più agile che permette all’utente di trasportare l’apparecchio facilmente (alcune varianti sono addirittura pieghevoli).
La qualità del suono è anche in questo caso alta, ma non proprio paragonabile a quella garantita da una circumaurale. Gli altoparlanti sono stavolta avviluppati in un’imbottitura che, purtroppo, è soggetta a sporcarsi o rompersi con facilità. La stessa, soprattutto in giornate calde o dopo un uso prolungato, arreca non di rado fastidio all’utente che inizia a sudare copiosamente. L’isolamento dal mondo esterno inoltre risulta parziale.
Auricolari
Tutti noi conosciamo gli auricolari. Si tratta della variante più easy e compatta di cuffie audio ad oggi presenti sul mercato. Sebbene presentino il vantaggio di essere leggeri, facili da trasportare e pratici da utilizzare, non sono in grado di garantire ottime prestazioni.
Distinguiamo attualmente tra varianti tradizionali ed intrauricolari. Nel primo caso l’utente appoggerà il dispositivo appena dentro il canale uditivo, nel secondo si spingerà un po’ più in profondità.
Gli auricolari standard, per quanto economici e versatili, non isolano dall’ambiente esterno, non riescono a riprodurre bene le basse frequenze e sono in genere poco ergonomici. Gli intrauricolari sono migliori dato che, quanto meno, non si spostano e non cadono. La maggiore vicinanza al timpano fa sì che le prestazioni siano decisamente superiori. I materiali di realizzo sono spesso adattabili all’ergonomia del canale uditivo. Attenzione però: questa categoria di cuffie è frequentemente responsabile di danni all’udito e di una maggiore formazione di cerume. Inoltre non accontenta comunque le esigenze degli amanti dell’hi-fi.
Cuffie aperte
Le cuffie aperte lasciano intravedere i circuiti che compongono gli altoparlanti. Esse garantiscono perciò uno scarso isolamento a meno che non le si usi in ambienti dedicati.
Riproducono comunque i suoni in maniera molto naturale ciò anche in virtù del loro design che permette all’aria di circolare liberamente all’interno dell’apparecchio e di non calcare la mano sull’enfatizzazione delle note basse.
Cuffie chiuse
In questo caso il sistema è totalmente chiuso ed il grado di isolamento garantito decisamente superiore. Si tratta di apparecchi capaci di permettere una resa impeccabile, ma a causa della scarsa aerazione a cui sottopongono l’orecchio, a volte un po’ fastidiosi da sopportare.
Cuffie semi aperte
Le cuffie semi aperte uniscono i pregi che caratterizzano i prodotti aperti e chiusi. Il risultato finale è quello di una resa ottimale, capace di suggerire l’idea di realismo e profondità e di garantire un buon grado di isolamento.